La formazione psicologica e pedagogica in una prospettiva cristiana
In che mondo viviamo? Quante volte ci siamo sentiti porre questa domanda dai nostri figli e dai componenti della chiesa. In quale mondo viviamo? Di certo in un mondo che corre così velocemente da non soffermarsi mai su alcuna cosa. Viviamo in un mondo troppo frenetico e voglioso di stimoli continui, da divorare, senza mai aver digerito veramente, nessun evento, nessuna idea, nessun proposito così da poter formulare un minimo giudizio per una scelta. Che cosa, infatti, potremmo scegliere se ogni circostanza valutativa viene mortificata da una volontà umana che ti obbliga a non pensare, a non proporre niente fuori da ciò che, collettivamente, viene considerato “giusto”. Eppure, nel profondo, ognuno di noi ha la forza per scegliere anche se, sembrerebbe, non la libertà.
Ricordiamo l’esortazione del nostro Signore e Pastore Gesù Cristo quando, in Matteo 24,35, ci invita a credere che ogni cosa passerà in questo mondo (cielo e terra), ma che le Sue parole non sarebbero passate mai. Quanta forza e quanta verità in così poche parole. Durante i nostri studi universitari, spesso ci siamo imbattuti nelle moderne dottrine che descrivevano una nuova teologia, una nuova pedagogia e, perfino, una nuova psicologia come strumenti di adattamento creativo a quanto riportato sulla Bibbia. Il termine ‘nuovo’ non si addice al credente in virtù di quanto appena detto. La Parola di Gesù non passerà mai, né mai potrà essere soggetta a cambiamenti ed interpretazioni per adeguarla a quelle che sono le nuove esigenze ed i moderni bisogni dell’uomo.
Dobbiamo rimanere nella Verità. Ogni strumento, allora, che viene utilizzato nella ricerca della verità stessa contenuta nella Parola di Dio, non ha l’obiettivo di ricondurre ad una nuova lettura del testo ma, piuttosto, ad essere inserito come metodologia di indagine e di investigazione. Comprenderete, dunque, che l’ambito psicopedagogico si trasforma, secondo una lettura cristiana, da strumento valutativo a quello investigativo che permetterà, a coloro che sapranno farne buon uso, di capire meglio le parole di Gesù e della Bibbia tutta, pur vivendo in cieli e terra ‘passati’.
La pedagogia e la psicologia cristiana si intendono, allora, fedeli alleati dell’uomo del XXI secolo perché mantengono inalterato l’insegnamento evangelico e strutturano, attraverso una lettura investigativa competente, una dinamica relazionale con il testo, per consentire una comunicazione fluida che porti alla comprensione e, di conseguenza, alla salvezza.
Pastori Pietro e Cristina Salerno